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      Son perduto, se voi non mi salvate! Vi vidi l'altro giorno e un raggio di speranza mi rischiarò la mente. Nessun altro che voi può aiutarmi in questo pericolo".
      Ahimè! Che cosa potevo fare per lui, io povero giovine senza relazioni, senza autorità e senza denari? Il Vadoni aveva pensato un piano romanzesco, a cui dovevo far esecuzione, cioè procurargli degli abiti per travestirsi, una scala di corda ed un imbarco per l'America. Conobbi subito che l'impresa superava le mie forze, e glielo dissi. Tentai di fargli coraggio e di spingerlo alla resistenza, ma invano: non v'era più una scintilla d'energia in quel povero infelice. "Io dunque son perduto senza remissione", gridò egli con l'accento dell'ultima disperazione. "Avevo bisogno d'essere sostenuto contro la mia propria debolezza! A che pro resistere? Un'altra mezz'ora di quella orrenda prigione vincerebbe, ah sì, lo sento, ogni mia opposizione!".
      Farò se credete di vedere vostro zio
      , gli dissi; "scrivetegli una lettera; io gliela porterò in persona, parlerò in vostro favore, farò tutto il possibile".
      Ebbene, sia così
      rispose scoraggiato; "domani sera avrete in chiesa la lettera; ma io non ne spero nulla: tuttavia, Iddio vi benedica. Voi siete stato sempre buono con me: contate sul mio affetto. Io sarò, certamente, un cattivo frate, ma non mai, spero, un cattivo amico". La sera del giorno seguente mi portò una lettera, ed io il giorno dopo uscii dal Buon Ritiro, Dio sa con quali sentimenti.
      Il giorno stesso andai in cerca dello zio Vadoni.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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