Pagina (215/471)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      . E così dicendo mi fece un inchino, senza ch'io avessi il modo o la voglia di pronunziare una parola. Capii facilmente che la prigione aveva avuto una parte considerevole sulla determinazione del mio povero amico. Così fu irrevocabilmente sacrificato! Difatti pochi mesi dopo seppi che il novizio Vadoni aveva fatto la sua professione.
      La seconda avventura fu per me molto meno dolorosa, ma pure nel suo genere non meno istruttiva. Da quindici giorni tutta Genova non faceva altro che parlare d'una magnifica serenata che si stava preparando in onore di non so più chi. Fantasio s'invogliò di sentirla; e Cesare ed io, col permesso del padre gli fummo compagni. La serenata era bellissima; ma tutte le cose, anche le migliori, finalmente stancano; sicché dopo esserci goduti la musica due volte in due luoghi diversi, ne avemmo abbastanza: "Si va a fare una girata?" disse Fantasio. Accendemmo il sigaro, e parlando del più e del meno arrivammo al ponte di Carignano. Era una bella nottata, e ci si vedeva come di giorno. La luna investiva coi suoi pieni raggi la facciata della chiesa di Santa Maria, e versava torrenti di argentea luce sul tratto di mare sottoposto. Allettati dalla scena stupenda ci fermammo a contemplarla, e poi ci mettemmo a passeggiare su e giù presso il ponte: poteva essere un'ora o così dopo la mezzanotte. Due carabinieri ci passaron dinanzi, si fermarono, e pareva che spiassero i nostri passi.
      L'arma dei carabinieri era un corpo sommamente disciplinato, ben retribuito e assai fido, ed era incaricato della polizia superiore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Vadoni Genova Cesare Fantasio Carignano Santa Maria