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      Giù in fondo alla prateria scorreva un torrente, cavalcato da un pittoresco ponte di legno.
      Di là da quello si alzava una lunga fila di annosi cipressi, dietro alle cui estremità sorgeva la canonica e la modesta chiesa del villaggio col suo svelto campanile, sporgente sopra gli alberi circostanti, come per sorprendere le prime rosee tinte del sole nascente. La bellezza di questo piccolo paesaggio consisteva tutta nel suo carattere affatto pastorale. La casa era protetta contro i venti settentrionali dal monte Fasce, che le rimaneva alle spalle, e la cui ricca vegetazione cominciava a colorarsi delle calde tinte autunnali.
      L'abitazione di Fantasio era distante appena un miglio dalla nostra. Eccola là, dietro la chiesa, sulla pendice che le sta dirimpetto, quella casa bianca con persiane verdi! Noi la distinguiamo benissimo dalla finestra attraverso gli alberi; quello è il casino di Fantasio. Molto spesso allo spuntar dell'alba veniva da noi per salire insieme il monte Fasce; ma adagio adagio, perché mia madre era della compagnia, e temevamo di affaticarla troppo salendo con passo affrettato. Giunti ad una certa altezza, ci fermavamo, e subito si preparava per lei un buon sedile vestito di muschio e di felce, e lì attendevamo il nuovo giorno. Lontano lontano, sotto i nostri piedi, si stendeva per ampio tratto il glorioso Mediterraneo, sempre vario e sempre bello, che col gentile increspamento delle onde pareva salutare il sole nascente con un palpito d'amore e di voluttà.
      Qualche volta toccava a noi salire da Fantasio di buon mattino, armati di fucile, per cacciare nei vigneti circostanti alla collina.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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