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      Debbo inoltre
      , soggiunse il Presidente, "darti alcune spiegazioni ed avvertimenti. Tu ora appartieni al primo grado dell'Ordine, quindi sei nello stadio di prova. Nessun diritto tu hai, neanche quello di presentazione: hai però dei doveri, ma ti sarà facile adempierli. Custodisci il segreto religiosamente, aspetta con pazienza in uno spirito di fede e di sommissione, e tienti pronto al momento dell'oprare. A suo tempo saprai la Vendita a cui devi appartenere, e il capo da cui riceverai gli ordini direttamente. Intanto, se occorrerà di darti qualche comando, ti sarà comunicato dal Cugino che ti presentò e che già conosci. L'Ordine a cui sei ascritto ha occhi e orecchi dappertutto, e fin da questo momento, dovunque tu sia, qualunque cosa tu faccia, esso ti vede. Tientelo a mente e governa, così, la tua condotta. La seduta è sciolta".
      Il Presidente si alzò, e attraverso la barba della sua maschera mi dette un bacio su l'una e l'altra guancia e sulla bocca. Tutti gli altri fecero lo stesso. Mi fu imposta una tassa a beneficio dei confratelli poveri o infermi, fui bendato un'altra volta e uscimmo. Il ritorno fu più breve che l'andata, ma egualmente irregolare. Appena ci fermammo, il domino alto mi disse: "Qui dobbiamo separarci; continuate il vostro cammino senza voltarvi indietro: questo è il primo atto di ubbidienza che si vuole da voi". E così dicendo mi tolse la benda dagli occhi. Ubbidiente al comando, continuai senza voltarmi e riuscii nella piazza del teatro Carlo Felice. La strada da cui uscii era quel medesimo vicolo oscuro, nel quale due ore avanti avevo raggiunto i misteriosi confratelli ed ero stato bendato.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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