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      Questi benedetti vecchi son sempre gli uccelli del mal augurio!".
      Chi mai può essere la mia sconosciuta? Quale il suo grado sociale? Il genere della sua bellezza? Che dovesse esser bella, era fuori dubbio; ma rimaneva a determinarsi il carattere della sua bellezza. Sarà bionda o bruna? Alta o piccola? Leggiera come una ninfa o maestosa come una Giunone? Queste domande me le facevo per la centesima volta, e per la centesima volta rimanevano senza risposta. Ma l'enigma più forte e che non lasciava neanche adito ad una congettura, era questo: "Come mai è riuscita a conoscere il mio segreto? Appartiene forse all'Ordine?". Avevo sentito dire più d'una volta a Fantasio che le donne vi erano in qualche caso ammesse.
      Ma, se così fosse stato, come avrebbe potuto resistere alla tentazione di farmelo capire, apponendo alla lettera certo segno semplicissimo? E supposto che vi appartenesse, non per questo si scioglievano le difficoltà, poiché gli affiliati non si conoscevano l'uno con l'altro. Per un momento sospettai che il mio misterioso corrispondente non fosse altro che il domino vestito da donna: ma questo sospetto lo respinsi con orrore.
      Non era infatti un sacrilegio attribuire quei piedoni del domino alla mia bella invisibile, per la quale sarebbe stata anche troppo larga la pianella della Cenerentola? Inoltre, per tutte le mie precedenti impressioni, era fuor di dubbio che il domino era un uomo. Almeno avess'ella posto nel biglietto il suo nome di battesimo! Avrei avuto così qualche cosa da adorare.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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