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      Chi parlò il primo? Che cosa fu detto? Come venni a posarmi al suo fianco? Di tutto questo non conservo la più piccola memoria: ero in uno stato di sonnambulismo. Probabilmente non apersi bocca, tanto ero commosso!
      L'abboccamento fu molto breve e poche parole si fecero da una parte e dall'altra; e se quel poco, di cui ricordo, lo volessi ridire, non avrebbe alcun significato, eccetto che non potessi ritrarre quel che gli dava un sentimento assai profondo per noi, vale a dire lo sguardo, l'accento, il silenzio stesso.
      Ma siccome il linguaggio scritto non ha segni per esprimere tali cose, le lascio da parte come impossibili a dirsi. Chi era essa? Chi erano i suoi genitori? Quale la sua condizione? Come giunse a conoscere il mio segreto? Nulla di tutto ciò seppi, e non m'arrischiai neppure a domandarglielo.
      Questo solo conobbi, che ella era oltre ogni dire bella e che si chiamava Lilla, un nome grazioso, non è vero? che fra le quattro e le cinque del dopo pranzo soleva recarsi a passeggiare col suo fratello sui bastioni di Santa Chiara, e che ogni giorno dovevo andarla a vedere. - Oh, sicuramente, non mancherò, quand'anche dovessi trascinarmi ginocchioni a baciar nella polvere le orme de' suoi piedi! - Questo che seppi era ben poco; eppure non mi curai di saperne di più, ero tanto felice!
      Ella se n'era andata da qualche ora, ma io rimanevo tuttavia là, seduto sopra la stessa panchina, nel medesimo punto dove aveva posata la sua gentile persona, e tuttavia provavo la dolce stretta della sua mano, e la melodia della sua voce mi risonava all'orecchio.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Lilla Santa Chiara