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      Ogni agitazione era in me cessata; i battiti del cuore erano tranquilli e regolari, come quelli di un fanciullo; un sentimento di quieta beatitudine mi aveva invaso tutto. Le stelle scintillavano molto lucenti, gli usignoli gorgheggiavano melodiosamente, un'infinità di lucciole brillava per l'aria, che pareva piena d'amore: era come un sogno incantato. Io rimasi là per molto tempo, spirando felicità da tutto il mio essere e baciando il mazzolino di rose che ella mi aveva lasciato.
      Tornato a casa, mia madre rimase colpita dalla mia aria di contentezza: "Come sei bello stasera, Lorenzo mio?" disse, passando la mano tra i miei capelli; "Non ti ho mai visto con un'aria così leggiadra".
      Sono proprio felicerisposi arrossendo e baciandola.
      Dio ti benedica, figliuol mio!
      . Andai a letto ripetendo ad alta voce quei divini versi del Petrarca:
      Chiare, fresche e dolci acquesostituendo il nome di Lilla a quello di Laura, e feci la notte tutta d'un fiato.
     
     
     
      CAPITOLO XXV
     
      Nuovo enigma. Scoperta. Il 1830.
      Due dottori aggiunti al numero.
      Nube oscura tra il mio sole e me
     
      Il giorno seguente, riandando ogni minima circostanza dell'abboccamento avuto la sera innanzi, sentii rinnovarsi in me più forte che mai l'impressione ricevuta dalla voce di Lilla. Quel tono che mi risonava ancora all'orecchio, quel ricco e melodioso italiano così affascinante sulle labbra di lei, mi facevano risovvenire di una voce e d'un particolare accento italiano udito altra volta: ma quando, dove e da chi? Era appunto quello, di cui non potevo ricordarmi.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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