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      Lilla amava molto chiacchierare, e d'una in un'altra scoperta venni presto a sapere quanto desideravo intorno alla sua persona.
      Suo padre era appartenuto a una delle più illustri famiglie del patriziato genovese. Nella sua prima gioventù s'era innamorato d'una attrice, e l'aveva sposata. Per questo matrimonio, giudicato come affatto indegno di lui, gli si era alienata la maggior parte dell'aristocrazia, in mezzo alla quale era stato abituato a vivere. Egli però facilmente se ne sarebbe consolato tanta era la felicità onde l'amorosa consorte allietava la sua vita; ma non poté resistere ai dispregi e alle umiliazioni, che deliberatamente si facevano alla donna da lui adorata. Quindi pieno di disgusto lasciò Genova e si ritirò a Roma, avendo molti possessi non lontani da quella città. Lì divenne padre di un bambino e d'una bambina, nati nel corso di sei anni, Alberto e Lilla.
      La nascita della seconda costò la vita della madre. Il vedovo raccolse sopra i figli, specialmente sopra Lilla, tutto l'amore che aveva portato alla madre. Furono allevati in mezzo a tutto il lusso e a tutti gli agi di una principesca fortuna. Lilla in ispecie, di natura alquanto capricciosa e testarda, divenne una bambina un po' guastata. Ogni suo desiderio, ogni sua fantasia era soddisfatta; mai la più leggera contradizione. Una lacrima, un broncio della piccola tirannella metteva sottosopra tutta la famiglia. Cresciuta a questa scuola, a diciassette anni era notabile per bellezza e per un carattere imperioso e fantastico.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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