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      In quel tempo il giovane Marchese d'Anfo la vide e concepì, o secondo che molti credettero, simulò per la ricca erede una furiosa passione. Quel che è certo si è che dopo alcuni mesi che le fece la corte, ne chiese la mano. Questo partito conveniva benissimo, essendo il Marchese di un'illustre famiglia e imparentato col Cardinale Segretario di Stato, che avrebbe potuto diventare molto probabilmente un giorno o l'altro Papa; ma era conosciuto per la sua stravaganza, e a ventitré anni aveva già dato fondo a un bel patrimonio. Il padre di Lilla lo sapeva bene; e il suo primo pensiero fu di rifiutare una proposta che era piena di pericoli per la figlia diletta: ma il marchese era un bel giovane, cavalcava a meraviglia, e i suoi equipaggi passavano per i più eleganti della città. Lilla dichiarò che lo voleva per marito, o si sarebbe chiusa in un convento per tutta la vita. A farla breve, l'affettuoso padre acconsentì e il matrimonio fu concluso. Tre mesi dopo lo sposo si ruppe il collo per una caduta da cavallo in una gran caccia nella campagna di Roma, e Lilla rimase vedova a diciassette anni e qualche mese. Un anno appresso, suo padre, ancora in verde età, ma consumato dal dolore e da una cirrosi allo stomaco, malattia ereditaria, morì inaspettatamente. Fin da quel giorno Roma divenne insopportabile ai due orfani, i quali pensarono di trasferirsi a Genova, dove erano chiamati altresì da affari dipendenti dalla eredità paterna.
      Queste scoperte erano assai poco incoraggianti per il mio amore, e mi facevano pensare seriamente ai casi miei.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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