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      In verità credo che ne sapesse poco in materia d'amore. Con tutti i suoi difetti, era in fondo una dolce e affascinante creatura; cuore caldo e generoso, compassionevole, incapace di veder soffrire alcuno senza prestargli tutta l'assistenza che avesse potuto: insomma c'era in lei la stoffa di una donna, migliore che essa non fosse.
      Il primo mese che passai in campagna fu nel tutto insieme piuttosto malinconico. Ogni giorno aspettavo che Lilla volesse fare il primo passo per rimpaciarsi; ma trascorsero varie settimane senza ch'ella facesse il più piccolo cenno. Io mi sentivo in crudele disinganno, e mi pentivo amaramente della mia precipitazione ed asprezza. Ma avevo anch'io la mia dose d'orgoglio; e non accolsi, neppure una volta, l'idea di fare il primo passo. "Ebbene, tutto è finito, è stato un sogno; non ci si pensi più". Nonostante, continuavo a pensarci. Ma adagio adagio il mio pensiero tornava meno spesso su questo soggetto, e l'animo si rasserenava. Fantasio, Cesare, la politica, la bella e grandiosa scena che mi stava d'attorno, tutto questo mi distraeva in un modo salutare. Dopo qualche tempo m'ero riavuto dall'abbattimento e in parte avevo ripresa la mia giovialità.
      Non molti giorni dopo questo miglioramento, essendo andato una volta, come facevo spesso, in città, chi fu la prima persona che incontrai? Lilla con la sua cameriera! Non appena mi vide, mutò colore, ed io me ne accorsi, abbassai gli occhi, fingendo di non averla veduta. Ma lei mi venne risolutamente incontro; disse che era assai contenta di vedermi in buona salute, e che aveva bisogno di parlarmi.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Lilla Cesare