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      Nulla di tutto questo. La sua faccia si empì di confusione; Lilla rimase stordita, fulminata, disfatta: tutto, fuorché sdegnata.
      Posso aver avuto torto
      , balbettò dopo un po' di tempo: "anzi, riconosco di averlo. Ma Iddio m'è testimone ch'io non merito d'esser trattata così. Non credevo di far male, quell'uomo, io non l'amo".
      Ma l'avete voi, sì o no incoraggiato? Qui è il punto della questione
      .
      Può averlo creduto, ma io non ebbi mai intenzione di farlo. Eravate stato meco così serio! Ve ne ricordate? Quel giovane era così buffo, e mi divertiva! Io sono una ragazza, debole, spensierata; e come tale mi comportai. Ho bisogno d'indulgenza: non ve lo dissi che avevo bisogno d'indulgenza?
      .
      Era la vostra coscienza che vi accusava: voi in quei momenti sentivate che mi facevate torto
      .
      In verità siete troppo severo. Ho veduto molte ragazze ricevere dai giovanotti le attenzioni, come quelle che mi faceva quel giovane, senza che nessuno pensasse a male
      .
      Certamente, quel che sarebbe di nessun conto da parte di altri, non è da parte di un Beltoni. Non sapete voi che costui fa professione di seduttore, e che insozza tutto ciò che tocca?
      .
      Buon Dio! Come potevo saperlo? Ed ora che devo fare?
      .
      Non spetta a me il dirvelo; ma so bene quello che devo far io. Bisogna che vi dica addio
      .
      Come? Mi lasciate così in collera, senza una parola di perdono?
      .
      Tutt'altro che in collera: vi perdono di vero cuore: ma noi dobbiamo separarci. Qui sono le vostre lettere
      . E siccome non si moveva per prenderle, lasciai il pacco sopra un sedile, accanto a lei.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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