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      Di tanto in tanto ci scrivevamo. Io però notavo che Lilla si rassegnava a questa cagione d'impedimento, più di quello che mi sarei potuto aspettare dal suo focoso carattere.
      Una bella mattina di giugno, era il 3 del mese (me ne ricordo bene, perché era l'antivigilia dell'anniversario del primo abboccamento con Lilla), uscivo per fare una passeggiata. Siccome era di domenica, sulle prime non feci attenzione all'insolito movimento di Via Nuova, per la quale passavo, e neanche alla folla straordinaria degli sfaccendati che andavano e venivano.
      Ma a mano a mano che tiravo innanzi, la folla ingrossava, e in certi punti, vicino alla piazza delle Fontane Amorose, trovai la strada così accalcata, che non potei andare avanti. Nel tempo stesso sentii un'allegra musica che veniva alla mia volta. Domandai che cosa fosse: "È la Casaccia" mi fu risposto; "la Nera esce". Siccome non m'ero mai trovato a vedere la processione della Casaccia, di cui però avevo sentito dir meraviglie, volli cogliere l'occasione per soddisfare la mia curiosità, e fui uno degli spettatori.
      L'origine della Casaccia (da casa) è molto antica. I facchini di Genova erano una volta divisi in corporazioni, ciascuna delle quali aveva i suoi usi e privilegi, e un suo proprio oratorio. Alcune di quelle corporazioni s'erano unite insieme e avevano formato una confraternita, il cui fine principale era di pregare in comune. Difatti la domenica e tutti gli altri giorni festivi, ad una data ora della mattina, tutti i membri della stessa confraternita si raccoglievano nell'oratorio particolare, quivi sentivano la Messa e la predica.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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