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      Oh! Se fossi un uomo!
      e gettò via la pistola che teneva in mano.
      Vorrei che foste un uomo!
      mormorai io.
      Terrò a mente il vostro desideriorispose lei "e un giorno ve ne ricorderete". E si mosse per andarsene.
      Non aveva fatto che dieci passi, che s'udì la voce della Santina a poca distanza, la quale mi chiamava a nome. Lilla tornò indietro, e disse convulsamente:
      È la vostra morettina, voglio vederla
      .
      Voi non la vedreterisposi.
      Avete paura che ve l'ammazzi!
      .
      Voi ora intendete d'offendere una povera fanciulla innocente, che non v'ha fatto un male al mondo; ecco quello di che ho paura, e non lo permetterò
      .
      Nonostante ciò, Lilla persisteva e faceva di tutto per spingermi da parte. Che cosa potevo fare? Per impedirne un guaio, non mi rimase altro mezzo che gridare a Santina, la quale si avvicinava, di tornarsene indietro, mentre presa Lilla per tutt'e due le mani, la tenevo ferma, finché non vidi che la ragazza era rientrata in casa. Allora la lasciai libera e le dissi:
      Vi chiedo scusa della violenza che v'ho fatta. Un giorno mi ringrazierete d'avervi impedito di commettere un'azione indegna di voi
      .
      Disgraziato!
      disse ella con voce rauca, "voi avete una grossa partita d'aggiustare con me: ma vi do parola che verrà il giorno che faremo i conti". E così dicendo si allontanò.
     
     
     
      CAPITOLO XXIX
     
      Nel quale si dà notizia al lettoredi un mercato strano e di una lettera di Fantasio
     
      La scena poc'anzi descritta mi lasciò nell'anima una profonda e dolorosa impressione. Sapevo già da molto tempo che Lilla era di un temperamento impetuoso e appassionato; ma non avrei mai creduto che si sarebbe lasciata andare a tal grado di violenza come quello di cui ero stato testimone.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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