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      Costoro incettavano la mercanzia a buoni prezzi, e poi se ne disfacevano con guadagno, passandola ai poveri preti, loro clienti (specialmente a quelli della campagna), e facendo così buoni affari.
      Questo traffico di Messe, qualche volta, dava luogo a scene molto ridicole. Io ho tanto bazzicato in quel luogo da poterne, come testimone di veduta, raccontarne parecchie. Ma riferirò solo la seguente: un servitore in livrea, mandato dal suo padrone fino da Albaro, un grosso villaggio a poche miglia da Genova, stava contrattando con un prete una Messa da celebrarsi nel giorno stesso in quel luogo. Il servitore aveva avuta facoltà di offrire sino a tre franchi; ma era di domenica; il tempo era cattivo, e pochissimi i preti di cui si potesse disporre. La mercanzia dunque era alta.
      Io non mi muovo per meno di cinque franchidiceva il prete voltandosi da un'altra parte, come per troncare il discorso.
      Cinque franchi! È uno spropositoripigliava il servitore "si può avere una novena!".
      Ebbene, fatevi fare una novena; ed intanto state senza la Messa
      .
      Il prete traversò la strada ed entrò in una bottega di liquorista.
      Un bicchierino d'acquavitedisse a un ragazzo che stava a banco.
      Il servitore, che aveva tenuto dietro al prete, impallidì. Se rompe il digiuno, addio Messa.
      Vi darò quattro franchi, quantunque sia sicuro di ricevere una partaccia
      .
      Cinque franchi è la mia prima ed ultima paroladisse accostando il bicchierino alle labbra; "potete accettarla o ricusarla, come più vi piace".
      Era sul punto di mandare giù la bibita, quando il servitore gli fermò il braccio dicendo:


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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