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      Invece di rispondere, lo guardai un po' allarmato ed egli, leggendomi senza dubbio in faccia la mia impressione, per assicurarmi mi strinse l'occhio e continuò nello stesso tono: "Il più bel bastimento che abbia mai visto il mare".
      Davverodissi io.
      Proprio, come vero che voi siete qui seduto. Fu costruito a Varazze. Oraaggiunse dopo un momento di pausa, e con accento di triste riflessione, "pochi sanno che vi sia al mondo un luogo di tal nome; e pure questo povero e piccolo Varazze italiano vara bastimenti come questo di mio fratello, che nell'ultimo viaggio a Livorno superò una fregata inglese e molto buona veliera. Oh, se lo fece!".
      Il dialogo, o piuttosto il monologo, continuò per qualche altro tempo nello stesso tono, finché il mio nuovo amico si alzò, e col passo cauto e con gli attucci di un basso comico nel duetto di un'opera buffa, andò alla porta, si mise a origliare, guardò attraverso il buco della serratura, poi tornò quatto quatto al suo posto, e cambiando improvvisamente tono:
      A me non me la ficcanodisse sottovoce; "un vecchio merlo come me non si lascia prendere alla pania". E intanto il suo volto si animava e dalla sua fisionomia raggiava un'intensa soddisfazione.
      Dite il vero, non è stato un colpo da maestro la trovata della Compagnia d'assicurazione sulla vita? Ah ah!
      e si mise a ridere sgangheratamente.
      Queste parole mi dettero subito un'idea dell'uomo che avevo dianzi. Lazzarino era un saggio di quella numerosa famiglia d'individui nati per fare un grande scalpore di ogni piccolezza e per complicare le cose più semplici.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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