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      Non v'era perciò un momento da perdere, se volevamo trovarci pronti per operare d'accordo con altri paesi, quando giungesse l'occasione propizia. Dovevamo perciò ordinarci senza perdere un giorno di tempo. Sapevamo per nostra propria esperienza, continuava a dire Fantasio, che il Carbonarismo, colle sue pedantesche dilazioni, col suo angusto cerchio d'azione, colla sua diffidenza della gioventù, non si sarebbe mai mosso. D'altra parte, il sistema federativo condotto come fino allora era stato fatto, sebbene ci portasse elementi utili per un nuovo ordine di cose, era tuttavia così poco organizzato da non potere essere uno strumento efficace di azione, come i tempi richiedevano.
      Per avere una voce deliberativa nei concilii della segreta alleanza delle nazioni, bisognava avere un ordinamento regolare, compiuto e sopra tutto fortemente accentrato.
      Secondo lo stesso Fantasio, lo spirito dei tempi richiedeva che tutte le associazioni politiche posassero sopra un principio certo, ed avessero una fede ben definita. Le società segrete s'erano contentate sin allora di proporsi, come scopo finale, la libertà in astratto, senza considerare o determinare qual forma di governo avrebbe dato maggiori sicurezze per stabilirsi, svilupparsi gradatamente, e durare. Era tempo di farla finita con questo indeterminato ed oscuro stato di cose, era tempo di metter fuori un simbolo di fede e una bandiera, la quale, naturalmente, non poteva essere che la repubblica.
      L'Europa tendeva verso questo centro, ed il governo che sarebbe succeduto a quello di Luigi Filippo di necessità doveva essere repubblicano.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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