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      Questo genere di propaganda orale era il forte dell'amico Lazzarino.
      Ma più notevoli erano i progressi dell'Associazione in un terreno sino allora intatto, voglio dire l'esercito. Vittorio, il giovine ufficiale d'artiglieria, a cui Cesare, nel tempo ch'io ero malato, aveva portata la lettera di presentazione, era riuscito per noi un acquisto d'inestimabile valore. Era un giovinotto di ventidue anni, meravigliosamente bello. Nessun uomo realizzò mai, ai miei occhi, quanto lui, il tipo di un eroe, così nella persona, come nell'anima.
      Superava di tutta la testa il più alto di noi ed era diritto come una torre: e sebbene una lanugine giovanile gli ombreggiasse appena il labbro, il largo petto e le larghe spalle attestavano il pieno sviluppo della virilità; e con tutto ciò era così leggiadramente ed armoniosamente proporzionato, che non ti faceva l'impressione d'un uomo di statura molto sopra l'ordinario. Le linee della fronte spaziosa e di tutta la faccia erano di quella purezza che tanto si ammira nelle antiche statue greche; ed ogni suo movimento e gesto era quell'impronta di nobiltà e di dolce eleganza, di cui la natura privilegia i suoi più favoriti figliuoli. Quando io lo osservavo nella sua semplice, ma elegante divisa, appoggiato alla lunga sciabola, non potevo fare a meno di pensare ad Achille.
      Coll'uomo esteriore concordava l'interiore. Aveva un'anima ardente, devota ed entusiasta per tutto ciò che è alto e buono, un'indole dolce ed affettuosa; capacità ed operosità non comuni.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Lazzarino Associazione Cesare Achille