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      gridò con atto di fervore, commovente a vedersi:
      Risparmiatemi, oh! risparmiatemi almeno questo; ma ora e sempre sia fatta la volontà di Dio!".
      Nel tempo che mettemmo ad andare nella stanza d'entrata, mia madre aveva ripresa la sua tranquillità. La vecchia Caterina, spaventata alla visita degli inattesi visitatori, si strascicò adagio adagio presso al nostro fianco. Al contrario Santina, per nulla intimidita, cogli occhi fieramente spalancati e le narici gonfie, se ne stava diritta a fronte dei due Commissari di polizia, che stavano più innanzi dei quattro carabinieri. Mia madre, mio fratello più giovine ed io ci fermammo dirimpetto ad essi: il minaccioso silenzio sepolcrale non era interrotto che da qualche sconnessa parola di preghiera, che la vecchia Caterina andava mormorando. Quanto mi permetteva di vedere il debole lume di due lucerne d'ottone: il volto dei carabinieri e dei loro compagni era pallidissimo. Probabilmente alcuni dei primi (gli ultimi m'erano ambedue visi nuovi) erano venuti, non molte notti innanzi, per un simile fine; ed è un render giustizia all'umanità il supporre che anche dei cuori induriti per la lunga abitudine a guardar la miseria senza esserne commossi, possano avere sentito un palpito di pietà per la povera madre che si vedevano innanzi per la seconda volta.
      Sia come si vuole, noi restammo per alcuni minuti in faccia gli uni degli altri in un profondo silenzio, come due schiere nemiche che aspettino il segnale del combattimento.
      In quel mezzo sopravvenne mio padre, manifestamente agitato.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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