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      Alla fine dissi:
      Voi avete la forza dalla vostra; potete padroneggiarmi e costringermi a rimaner qui, se così piace; ma vi avverto innanzi delle conseguenze! Io perderò quel poco di ragione che mi resta, e voi allora avrete a che fare con un matto. Mettetemi a terra e lasciate che me la sbrighi da me stesso
      . Non avevo altri argomenti da adoperare, e non adoperavo che questi, ripetendo continuamente le stesse parole. Tutti gli sforzi che facevo per apparir tranquillo, non erano bastanti a quetare minimamente il vulcano che mi ruggiva dentro. Mi ricordo di essere stato più d'una volta lì per lì per gettarmi di nuovo in mare.
      Il Capitano, che fino allora aveva titubato, andò sulle furie: "Verrete con noi, vi piaccia o non vi piaccia. Vi legherò mani e piedi, e vi condurremo, anche a vostro dispetto, sano e salvo in Francia".
      Dovette a quelle parole accadere un terribile mutamento nella mia faccia; perché il Capitano s'affrettò di aggiungere con un tono di voce assai diverso: "No, no, non temete, non lo farò; e voi farete come meglio vi piacerà".
      Dunque mettetemi a terra
      .
      Sia pure così, e il vostro sangue ricada sulla vostra testa. Mi sono testimoni Iddio e questi uomini qui, che se voi foste stato il figliuolo della mia propria madre, non avrei potuto dire e fare più di quello che ho detto e fatto per distogliervi da un passo così dissennato
      .
      Lo so, lo so,
      fu la mia risposta.
      Eravamo, a quanto potei giudicare, circa un miglio distante da terra. A quell'ora il sole era molto alto nell'orizzonte, e splendeva di tutto il suo splendore sopra una piccola città posta assai pittorescamente sopra un'eminenza della costa montuosa.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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