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      Io rimasi un po' mortificato a quella vista, e gli chiesi se non avesse da darmi qualche cosa di più sostanzioso. Crollò la testa, senza neanche scomodarsi a parlare; ed io, che mi sentivo venir meno per mancanza di cibo, bisognò che lo ringraziassi anche di quel poco.
      Mentre me ne stavo mangiando, venne una donna più giovine di lui e di migliore aspetto: era molto fresca e sorridente, e se non poteva dirsi bella, aveva però un'aria di bontà e d'intelligenza, che suppliva al difetto di vera bellezza; mentre l'uomo, che subito conobbi essere il suo marito, apparteneva al numero di quegli esseri così infelici, che pare non possano riuscire né buoni né cattivi.
      La donna sulle prime parve sorpresa; ma quando le ebbi detto come e perché mi trovassi lì, la sorpresa si mutò in collera per il modo con cui ero stato trattato dal marito. Le donne sono dotate di una percezione più fina e delicata di quella degli uomini; per cui, vedendomi tutto polvere e sfinito dal viaggio, quella buona contadina si figurò subito la mia condizione sociale: giacché disse piuttosto aspramente al suo stolido marito: "È questo il modo di trattare un signore?". E rivolgendosi a me, mi pregò d'entrare in casa per riposarmi. La stanza, nella quale fui introdotto, era al pian terreno, stretta, con poca mobilia, ma pulita. La mia buona ospite mi porse una seggiola più larga e più comoda, e subito si dette per prepararmi un pasto un po' meglio proporzionato ai miei bisogni. Con una buona volontà, che aveva solo per sé stessa qualche cosa che ristorava, mi pose innanzi della carne fredda ed un vino discretamente passabile, sebbene il marito mi avesse detto di non averne di nessuna specie: e poi, dopo aver domandato se desideravo di passar la notte in quella casa, mi pose in ordine un letto di cui non c'era dubbio che non avessi un gran bisogno.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471