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      Ristorato così dal cibo e dal vino, confortato dal vedermi anche una volta sotto l'ombra d'un tetto, e allietato dalla cordiale accoglienza di quella buona ospite, la esaltazione della mia mente cominciò a quetarsi, ed io mi trovai in istato da poter riflettere con una certa tranquillità d'animo su quello che mi rimaneva a fare.
      Non sarebbe possibile, con l'aiuto di questa buona e svelta donna, mettermi in qualche comunicazione con l'uno o con l'altro dei due amici sicuri, che avevo in Ventimiglia? Se vi fossi riuscito, sarei stato salvo.
      Seguendo quest'idea, cominciai a far delle domande con molta prudenza intorno a diverse persone della città, che conoscevo soltanto di nome, e dicendo, come per caso, che vi avevo alcuni amici. D'una in un'altra parola, finalmente presi animo a fare delle domande dirette:
      Il signor Botta lo conoscete?
      . Era uno dei due amici sui quali potevo fare assegnamento.
      E come!
      rispose il marito; "ma è un pezzo che ha lasciato il paese ed è tornato da qualche tempo a Nizza".
      Questa risposta mandò in fumo metà delle mie speranze.
      Perciò feci col battito al cuore e con voce tremante l'altra domanda:
      Mi sapreste dire qualche cosa del dottor Palli?
      .
      Perbacco!
      rispose la moglie con un lieto sorriso "se conosco il dottor Palli! Sappiate che in questo momento siete in casa sua".
      Feci un balzo sulla seggiola: mi trovavo in casa dell'uomo di cui avevo bisogno, dell'uomo per mettermi in comunicazione col quale avrei dato tutto quanto allora possedevo: che fortuna inaspettata!


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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