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      Il maresciallo che se ne stava ritto in piedi sulla porta della caserma, appena ci vide avvicinare, esclamò:
      Avete fatto pesca di buon'ora: naturalmente, un altro contrabbandiere
      .
      Il signore è un emigrato politico, disse luirispose il mio conduttore. "Può essere!" replicò il maresciallo crollando le spalle. "Ora capisco; ciccia da cannone ad Algeri!".
      I disertori che fuggivano in Francia erano spediti in Africa e incorporati nella legione straniera. Io in quel tempo non sapevo che cosa significassero quelle parole, e non ci badai più che tanto.
      Il guardacoste allora se ne andò, e il maresciallo divenne la mia scorta. Io lo misi subito in quella classe di funzionari i quali pensano di dar maggiore importanza al loro ufficio a forza di essere arroganti e villani. Arrivammo presto al luogo destinato ed entrammo in una casetta di un solo piano e d'un aspetto molto meschino.
      Abbiate ora la compiacenza di render conto di voi al signor Sindaco, quimi disse il maresciallo con un'aria di gran sufficienza.
      L'onorevole Sindaco era occupato a raccomodare gabbia da uccelli.
      Che c'è di nuovo?
      disse questi, pigliando un cipiglio ufficiale, appena ci vide entrare nella stanza.
      Un disertorerispose senza esitare il maresciallo. Questa volta le parole erano molto chiare, e non potei più stare in dubbio che fossero applicate a me.
      Signor Sindaco
      dissi con calore "io non sono un disertore; e ve ne persuaderete subito, se vogliate darvi l'incomodo di osservare il mio passaporto". Il Sindaco lo lesse e lo esaminò con molta attenzione, alzando gli occhi di tratto in tratto per confrontare il mio aspetto con la descrizione dei connotati.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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