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      Riscuotetegli, aprono gli occhj per un momento e danno qualche segno di vita: lasciategli stare, ridanno subito giù.
      Al contrario, l'officiosità de' veri amici ha un non so che di vivo, un non so che d'impaziente che precorre le vostre occorrenze, e s'egli è possibile, i vostri desiderj. Ogni cosa è loro facile, e bisogna alle volte andar loro alla mano, moderando quell'ardore che gli porta a giovare, potendosi dir di questi senza adulazione che paia loro perduto quel giorno che non hanno fatto qualche cosa per gli amici.
      Quella che pare amicizia, ed è vanità, non è altro che un amor proprio che serve e se stesso con apparenza di servire agli altri. Chi opera con questi motivi, tanto va innanzi in farvi del bene quanto la sua ambizione ce lo strascica pe' capelli; com'ei non ha più testimoni, vi lascia lì: un bravo per impegno, e a ogni tanto si volta addietro per osservare se c'è chi vegga: un ipocrita, che la limosina gli esce degli occhj, e che non paga questo tributo a Dio che per ingannare gli uomini.
      C'è un'altra sorta d'amici che non vogliono altro che sodisfar lor medesimi. Questa legge interiore che s'impongono a lor medesimi gli fa fedeli e ofiziosi, ma voi riconoscete in tutto quel che fanno una certa esattezza impicciata che mette in suggezione loro e voi. Tutta la loro scrittura si tien per bilancio, e guai a voi se il vostro bisogno non finisce dove essi credono d'aver finito di far l'obbligo loro.
      Purchè e' non abbiano rimorsi, la vostra disgrazia non leva loro il minimo sonno, anzi averebbon per male che ella finisse sì presto e talora la fanno durare per far durare quel più la loro gloria.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Dio