Pagina (71/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      [Non v'è integrità di vita che ne dia il privilegio, se nell'istesso tempo non ve lo confermano le cariche.]Ma il fatto si è che almeno una gran parte di questi riformatori non lasciano d'avere le loro mire, i loro interessi, le loro cabale. Dicane la Corte e Moliere tutto quel che lor pare e piace, essi lasciano scuotere: [se chiudete loro una porta, gli vedete col medesimo buon viso venirsene per un'altra: Proteo non mutava così spesso d'aspetto come costoro di maniere e di linguaggio. Voi gli vedete strascicarsi dietro i loro corrivi in guinzaglio, far da padrone in tutte quelle case che gli alloggiano, e farsi capo truppa.] Mostrate di far qualche caso de' loro sentimenti, ve gli trovate subito padroni; non date loro orecchio, nemici. [Con costoro, la più sicura è il girar largo e il non perder di vista che sono stati, e che forse sono ancora, con tutte le loro smorfie, uomini come noi.] Infinchè hanno avuto il vento in poppa gli hanno dato tutta la vela: quando ha girato per prua, più tosto che star sul ferro, si son messi su' bordi con la professione d'uno stoicismo forse meno severo che dispettoso.
      [Questi tali, si gettano all'onore come certe donne che noi conosciamo hanno lasciato di far la civetta, ma che farci? Ognuno spaccia la sua mercanzia il meglio ch'ei può; goffo chi la compra, se la piglia a chius'occhj. La bellezza se ne va, la virtù si consuma, il mondo è una commedia, ognuno v'ha la sua parte: ma non c'è già la più sporca cosa che quando la parte è finita, scender nello stanzone per censurare quei che rimangono in palco.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Corte Moliere Proteo Mostrate Infinchè