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      Io credo pure che vi ricordiate quanto e poi quanto ebbero che dire del non aversi alcun riguardo nè alla dignità di chi dice, nè alla qualità di chi ode, nè alle circostanze del tempo, nè alla maestà del luogo, senz'ordine nell'intenzione, senza concatenamento nel discorso, senza proprietà nell'espressione, e senza discrizione nella lunghezza. Io mi ricordo che voi aveste un gusto matto quando sentiste quello che aveva sempre parlato con più enfasi e con più libertà degli altri mettere uno strillo quando si toccò il tasto del durar troppo, e poi pigliare a tirarla giù con tanta buona grazia contro la noiosa prolissità di questi recitamenti dai quali, quando pure una volta, come a Dio piace, uno se n'esce, se n'esce come dai sogni malinconici, senza portar a casa altro che ammoinatura e infastidimento. Buonissima fra l'altre mi parve quella che sarebbe bisognato introdurre in Francia la legge di Pompeo delle clessidre a benefizio de' recitamenti pubblici, o per dir meglio di chi sta a ascoltargli, con farla osservare irrimissibilmente da tutti. Quello però che mi cavò il cuore, fu quando ei si messe a contraffare quegli Oratori freddi e stucchevoli che vi cominceranno un discorso in un falsetto lezioso e canterellante, per esempio: Credesi per gli antichi filosofanti, o vero, Se la folgoreggiante gloria del sole si rende imperscrutabile alle nostre pupille: Se gli errori savjssimi delle stelle, se la vertiginosa rapidità delle sfere etc. E beati noi, soggiunse, se tutto il male finisse nell'esordio: questi primi spropositi si potrebbono pigliare per una salsa da farci quel più saper buona la narrazione.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
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