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      La loro amicizia, temperata all'unisono del piano e del forte di quel fasto e di quella fortuna, risponde ugualmente all'uno e all'altra, e secondo che tutto il lor legamento era un incanto di quell'apparenza, rotta la malìa, ognuno se ne va pe' fatti suoi.
      I fervori dell'amore non hanno più lunga vita degli ossequj della fortuna. Se i principj di questa passione sono all'impazzata, i suoi progressi non lo son niente meno. Il pensare a dichiararsi a una Dama d'amarla, senza prima costituirsele reo di lesa maestà, sto per dire, divina e umana, è un esserlo veramente. Risolutosi all'impresa, bisogna cominciare a studiare il sospiro a tempo di suono, adulare tutti i capricci e tutte le stravaganze dell'oggetto amato: prima che aprir bocca, durare almeno un mese a parlar con gli occhj: una volta provarsi a dare un po' di gelosia per riconoscere in quant'acqua si pesca: un'altra far le viste di pigliarne per dar ad intendere di voler bene assai: pigliare il suo tempo per dichiarar la guerra ai rivali: ai corrisposti l'offensiva, con gli odiati su la difensiva, e poi da' ultimo, dopo tutte queste faccende, rimanere il più delle volte il corrivo d'un che vien di traverso, messo innanzi dal caso e privilegiato dalla simpatia. Io so bene che l'amore passa in giudicato per la passione degli animi nobili, e che in oggi par che un giovane non possa aspirare a pretender d'esser considerato per qualche cosa s'ei non ha fatto le sue carovane in questa navigazione, e portato almeno una catena: dico però che se questa regola ha qualche fondamento di verità, non può esser se non quella che l'esperienza de' mali serve a renderci più cauti a schivargli.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Dama