Pagina (159/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Gl'istorici latini sono stati mirabili nell'intreccio delle materie che ho detto di sopra. E a dir il vero, era conveniente che l'istoria romana ritraesse dal modo di viver de' Romani, repartito sempre tra le varie applicazioni de' lor differenti mestieri. Troverete pochi a Roma, parlo delle persone della prima qualità, che non siano passati per questa scala: sacerdozio, senato, comando d'armate. Tra di noi nessun esce dalla sua bandita. La maggior lode degli ecclesiastici è il consacrarsi onninamente alle incumbenze del lor ministero, e se qualcheduno ha voluto metter le mani in altra pasta, ha sentito le sue: un ambizioso, un profanatore della santità del proprio carattere, un adultero spirituale. Le persone legali, punto punto che escano dai lor paragrafi, gli vedete subito messi in redicolo. I soldati poi si fanno ordinariamente un punto d'onore di non saper nulla da guerra in poi.
      Il fatto però si è che di questa mescolanza di cognizioni e di pratiche diverse che avevano gli antichi, si formava altra sfera d'abilità che non è la nostra, avendo ognuno di loro in capitale tutto quel che gli bisognava per ben servirsi delle forze della Repubblica e per tener a segno i popoli non meno con la reverenza della religione che con l'autorità delle leggi. Quel sacerdozio fatto servir di noviziato al maneggio degli affari e della guerra, voleva pur dir tanto! Quello mettendo a cavaliere i Magistrati delle più tenaci impressioni che si formino negli animi, gli abilitava a far andar con un fil di seta tutti quei sentimenti che gl'inclinano alla docilità o gli costringono all'obbedienza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Romani Roma Repubblica Magistrati