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      Innanzi alla guerra civile, il più felice di tutti gli uomini: ma d'una felicità affatto independente dal caso; e la sua fortuna, benchè grandissima, sempre inferiore all'industria del fabbricarsela: atque illi fœlicissimo (sic) omnium hominum ante civilem victoriam, numquam super industriam fortuna fuit.
      Tacito, nel ritratto ch'ei ci fa di Petronio, particolarizza le sue qualità con queste sottili differenze. Lo fa grande spenditore: non però scialacquatore spropositato e vizioso, ma spenditore giudizioso e delicato, amico d'un lusso d'ottimo gusto e tutto galanteria.
      Il disprezzo, col quale ce lo fa veder, della morte, è tutt'altro da quel degli altri Romani in casi simili al suo. Voi non vedete nè quella gravità nè quella pedanteria di Trasea che si mette a far una lezione ad pompam a chi gli porta la nuova della morte: nè quella fermezza ippocrita di Seneca, che ha di bisogno di confortarsi la testa con l'elisire de' precetti ch'egli ha preparato per gli altri: nè quella costanza forzata della quale si pavoneggia Elvidio, nè tampoco una risolutezza formata su i sentimenti de' filosofi. Voi lo vedete passarsela in una indifferenza comoda e non curante, che non permette l'adito nel suo spirito alle funeste immaginazioni della morte: in una parola, un tratto successivo del suo ordinario modo di vivere insino all'ultimo.
      Ma se è stata grande la delicatezza degli antichi in sottilizzar queste differenze, non è stata minore l'arte ch'egli hanno usato nello stile de' loro elogj per obbligare il nostro discernimento a approfondargli.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





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