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      Tenersi forte all'utile è colorire il disegno della natura, la quale per un tacito istinto ci porta a tutto quello che ben ci torna, e a tirar tutta l'acqua al nostro molino.
      L'onore, torno a dir per un altro verso, è un impegno immaginario che ci fa astener da quel che potremmo aver di bene, o a disfarci di quel che abbiamo, per far piacere ad altri.
      Per quel che risguarda il conservare: può parer egli mai distrano che un non corra a furia a dissipar un capitale faticato ben bene? Insin che averemo de' quattrini averemo degli amici e de' servitori quanti ne vogliamo. Se ne rimarrem senza per una vana liberalità, non averemo fatt'altro che lasciar in arbitrio degli uomini il poter esser ingrati, lasciandoci uscir di mano quel che non fallisce d'attaccargli a noi, per fargli depender da lor medesimi.
      Gli uomini grati son pochi: e quando mai dessimo in qualcheduno di quei pochi, credete pure che rade volte l'utile della gratitudine bilancia il disutile del benefizio.
      Io so un segreto maraviglioso, provato da me e riuscitomi sempre benissimo: Prometter sempre e non dar mai. Un si fa servir meglio con le promesse che con le mercedi, credetemelo: e la ragione è che gli uomini quel che sperano s'ingegnano di meritarlo, ma quel che ricevono non ne sanno grado che a lor medesimi, pigliandolo sempre o per una recognizione delle lor fatiche, o per un frutto della loro industria. E vaglia il vero che degl'ingrati, questi mi paiono i meglio, già che almeno vi chiariscon presto, e da quel primo benefizio in sù non vi costan altro.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





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