Pagina (198/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Supplito a questo bisogno, era conveniente ch'ella si rammorbidisse per introdur la gentilezza tra gli uomini: ell'è finalmente divenuta delicata e curiosa nella ricerca de' piaceri per render la vita altrettanto deliziosa quant'ell'era di già resa sicura ed onesta.
      E così, Padron mio, bisogna dimenticarsi di que' tempi che bastava l'esser uomo severo per passar per uomo di virtù. In oggi, la gentilezza, la galanteria, l'istessa scienza, sto per dir, degli spassi, delle delizie, formano una gran parte dell'Uomo di garbo.
      L'abominio delle male azioni è dover che duri quanto dura il mondo, di questo non ce n'è dubbio. Ma soffrite che le persone di buon gusto chiamino diletto quel che i ruvidi e austeri hanno chiamato vizio: e non vogliate impastar la vostra virtù di quei rancidi dettami che ispirò a que' primi uomini un naturale per ancor tutto spinoso e salvatico.
      A mio credere, co' Cortigiani almeno, voi la pigliate male facendovi dall'intuonar loro questa gran moderazione nel desiderare, perchè questa è gente che ha tutto il capitale del merito nella sola ambizione.
      Insino a che voi pretendiate di portargli a dar un calcio al mondo, questo ancor passi. Ma che restando in Corte abbiano a regolar così scrupolosamente le lor pretensioni, questo, con vostra buona pace, è un po' di malinconia.
      Fuor di Corte, voglio che possa riuscire il non curarsi di niente. Ma infintanto che ci s'è, ho per difficile il non aspirare al molto: e se volete ch'io ve la dica, ho per una spezie di vigliaccheria il contentarsi del poco.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Padron Uomo Cortigiani Corte Corte