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      Io conosco certi infingardacci che, se hanno a dire una parola per voi, gli vedete andar propriamente alla morte: gente che per una sbadataggine naturale non son capaci di muoversi di qui a lì per farvi un servizio feccioso: ma che? Pur ch'e' non abbiano a uscir di passo, casa, borsa, roba, tutto quant'egli hanno, tutto sta per voi.
      Al contrario, cert'altri, assegnati veramente un po' più del dovere, ma per altro galantissimi umori. A questi bisogna guardarsi di non dar apprensione che la vostra amicizia abbia a mettergli in spesa; come potrebbe seguire a rigirarsi troppo familiarmente per le lor case. Servitegli, più tosto, nella vostra, e quivi godete della lor conversazione in santa pace.
      Taluno vi parrà corto in corrispondervi, che all'occasione vi riuscirà larghissimo in obbligarvi: e come non gli diate debito della sua poca puntualità, egli non lo darà a voi della vostra.
      Vi son certi cervelli irregolari e di poca levatura, co' quali non mette contro lo strignersi troppo; e pure alle volte può darsi caso che l'avventataggine d'un di costoro vi sia più utile che la prudenza dei più misurati.
      Questi, all'opposito, agiranno ne' vostri interessi con maggior riguardo, ma in quello scambio vi consiglieranno con maggior accerto.
      E poi, bisogna intendere che noi non siamo oggi quel ch'eramo ieri. Egli è un sentir tropp'altamente della nostra umanità il presumerla sempre d'un istess'umore. Quegli che oggi non vi guarda addosso, domani per un capriccio anderà a caccia d'obbligarvi. In somma, gli uomini son mutabili e irregolari, e in tutti c'è del buono e del cattivo.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263