Pagina (208/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Quando egli è in sul più bello, eccoti Anco, uomo tutto de' suoi comodi, darsi tutto all'abbellimento del materiale di Roma.
      Il primo Tarquinio, per accrescer dignità al Senato e maestà all'imperio, si perde tutto nell'introduzione degli ornamenti e nella varia graduazione de' cittadini.
      Vien Servio, e si mette a voler riconoscere esattissimamente tutto l'avere de' Romani, e a dividergli per tribù, per assicurarsi di poter repartire con maggior regola di giustizia le imposizioni che occorresse d'avere a fare nelle pubbliche necessità.
      Tarquinio, detto il Superbo, rese (dice Floro) il maggior servizio ch'ei potesse rendere al suo paese nel dar con la sua tirannide un giusto motivo allo stabilimento della Repubblica.
      Con questa franchezza si dichiara per la libertà un Romano nato sotto gl'Imperatori. Io dirò con più discretezza che si può bene ammirar la vita della Repubblica senza approvarne la nascita.
      Ritornando ai Re, egli è certo che ognun di loro ebbe il suo talento particolare con una capacità assai limitata. Roma aveva di bisogno d'uno di quei gran Re che per una sfera universale sanno dar mano a ogni cosa: così non averebbe avuto a ricever a stento da una serie di molti padroni quelle diverse modinature che averebbe potuto ricevere da un'istessa mano nel corso ordinario della vita d'un uomo.
      Il governo di Tarquinio è così noto come lo stabilimento della libertà.
      Le sue qualità predominanti, l'alterezza, la crudeltà, l'avarizia: il cuor di tiranno, ma non la testa: una grande ingiustizia, una gran violenza, ma con disegni storpiati e con misure mal prese.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





Roma Tarquinio Senato Servio Romani Superbo Floro Repubblica Romano Imperatori Repubblica Tarquinio