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      Dove il successo è felice, tutto quel che è straordinario par grande; dove infelice, tutto debole. Per non parlare allo sproposito di Bruto bisognerebb'essere stato al suo tempo e averlo osservato ben dappresso, e così aver potuto riconoscere se quel che l'indusse a far morire i figliuoli fu forza di temperamento eroico o disumanato.
      Se io avessi a giudicarne, direi ch'ei fosse stato un uomo da non operar punto a caso: la sua profonda dissimulazione sotto Tarquinio e la sua destrezza in fare sbalzar Collatino dal Consolato, mi paiono due gran riprove. Può essere che i sentimenti della libertà gli facessero dimenticar quelli della natura; e può anch'esser benissimo che l'interesse della propria conservazione si cacciasse sotto tutti gli altri, e che ridotto in quel duro estremo e calamitoso d'aver a perdere o sè o i suoi, sacrificasse questi a quello. Con tutto ciò non entrerei mallevadore che l'ambizione non v'avesse la sua parte. Il fatto si è che Collatino per voler aiutare i nipoti rovinò sè. Costui col punir rigorosamente i figliuoli diventò padrone degli altri. Quel che mi par che vi si vegga chiaro è un gran ramo di ferocia, e questo era in quel tempo il temperamento alla moda. Un naturale altrettanto salvatico quanto libero produsse allora, e poi per lungo tempo, delle virtù male intese.
     
     
      CAPO II
     
      Nei primi tempi della Repubblica la gente era matta, per così dire, della libertà e del ben pubblico: l'amor della patria si rendeva inesorabile ai movimenti della natura. Lo zelo di cittadino rubava l'uomo a se stesso, non c'è che dire.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
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