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      Non è cent'anni che una Dama spagnola, leggendo la nostra Cleopatra, arrivata dopo un lungo racconto di varie avventure di due amanti spasimati a vederli insieme da solo a sola e passarsela in discorsi, ah, esclamò tutta scandalezzata, era tempo questo da dir tante belle cose?
      Riflessione più bella e più giudiziosa di questa non so se io m'abbia sentito in vita mia: e dico che io non so perdonare a Calprenet (sic) ch'ei non si sia ricordato che se egli era franzese, quegli erano Affricani, e che in conseguenza non avevano a esser meno flemmatici di quello che in un caso simile sarebbono stati due Spagnoli. All'incontro, il buon gusto di questa Dama non averebbe luogo nella pratica del nostro amoreggiare, portando l'etichette della nostra galanteria che s'abbia a durare un'eternità a esagerare una passione che non si sente, e vedersi ogni giorno, e ogni giorno dolersi e querelarsi, prima di trovar riscontro di finire un tormento tutto poetico.
      In un negoziato di matrimonio, quando si tratta seriamente tra i parenti o tra i mediatori, è un'altra cosa; e vedete bene che Moliere mette in redicolo quella sua dottoressa che, ricevendo la prima visita dallo sposo, si scandalezza che quello, saltati tutti i preliminari delle meglio regolate galanterie, l'entri subito nella materia pigliando, come le fa dir Moliere per farla apparir redicolosa nell'espressioni quanto ne' sentimenti, il romanzo per la coda. Ma quello che anche tra di noi si chiamerebbe che fosse contro ogni decoro da sposo a sposa, non lo sarebbe punto da innamorato a Dama.


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





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