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      Un infortunio d'un Re miserabile, una morte tragica d'un Eroe, interessano così grandemente gli animi, che non vogliono sentir cosa che, in un modo o in un altro, non vada a parare nella grandezza e nell'importanza di queste azioni.
      Ma nella Commedia, dicono gl'Inglesi, che è fatta per ogn'altra cosa che per impegnarci, anzi, che è fatta puramente per divertirci, ogni volta che si salvi il verisimile e che non si dia nella stravaganza, quanto più c'è di vario, tanto più c'è di dilettevole: nè solamente diletta la varietà, ma l'unità dispiace positivamente, perchè una cosa che finalmente non importa nulla, stracca e fa languir l'attenzione per necessità.
      E così, in cambio di rappresentare una furberia eroica, condotta con mezzi, diversi bensì, ma che tutti cospirino all'istessa fine, che fanno? vi rappresenteranno un Furbo di sette cotte con dieci arzigogoli alle mani nell'istesso tempo, ciascheduno de' quali vada a produrre il suo effetto particolare senza che l'uno abbia a che far niente con l'altro. Anzi, così come si dispensano quasi sempre dall'unità dell'azione in un personaggio principale, per introdurre quel medesimo personaggio con una moltiplicità d'azioni a fine [di] dilettar quel più, così ancora per l'istesso fine si dispensano bene spesso dall'unità del personaggio per far vedere una mano d'avvenimenti curiosi che accadono ne' luoghi pubblici a diverse persone, moltiplicando il diletto a misura che moltiplicano e le azioni e i personaggi ancora; così ha fatto Benjanson in Bartolomeo Foicere (sic), e così abbiamo veduto ultimamente in Ipsumweetz (sic).


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Opere slegate
di Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond
pagine 263

   





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