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«Ma dimmi ora, fratellino mio, che cosa vuoi concludere?»
 La Tigre della Malesia non rispose. Si era messo a passeggiare per la stanza colle braccia incrociate e la testa china sul petto. A che pensava quel formidabile uomo? Il portoghese Yanez, quantunque lo conoscesse da lungo tempo, non sapeva indovinarlo.
 — Sandokan, — disse dopo qualche minuto, — a che cosa pensi?
 La Tigre si fermò guardandolo fisso, ma ancora non rispose.
 — Hai qualche pensiero che ti tormenta? — riprese Yanez. — Toh! Si direbbe che ti crucci perché gl'inglesi ti odiano molto.
 Anche questa volta il pirata stette zitto.
 Il portoghese si alzò, accese una sigaretta e si diresse verso una porta nascosta dalla tappezzeria, dicendo:
 — Buona notte, fratellino mio.
 Sandokan a quelle parole si scosse e, fermando con un gesto il portoghese, disse:
 — Una parola, Yanez.
 — Parla adunque.
 — Sai che voglio andare a Labuan?
 — Tu!... A Labuan!...
 — Perché tanta sorpresa?
 — Perché tu sei troppo audace e commetteresti qualche pazzia nel covo del tuoi più accaniti nemici.
 Sandokan lo guardò con due occhi che mandavano fiamme ed emise una specie di sordo ruggito.
 — Fratello mio, — riprese il portoghese, — non tentare troppo la fortuna. Sta' in guardia! L'affamata Inghilterra ha messo gli occhi sulla nostra Mompracem e forse non aspetta che la tua morte per gettarsi sui tuoi tigrotti e distruggerli. Sta' in guardia, poiché ho veduto un incrociatore irto di cannoni e zeppo d'armati ronzare nelle nostre acque, e quello là è un leone che altro non attende che una preda.
 
        
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