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      Lady Marianna, che toccava allora il quattordicesimo anno, e che in quella vita perigliosa aveva acquistata un fierezza ed energia unica, quantunque sembrasse un'esile bambina, aveva cercato di ribellarsi ai voleri dello zio, credendo di non potersi abituare a quell'isolamento e a quella vita quasi selvaggia, ma il lupo di mare, che pareva non nutrisse molta affezione per lei, era rimasto inflessibile.
      Costretta a subire quella strana prigionia, si era interamente data a completare la propria educazione, che fino allora non aveva avuto tempo di curare. Dotata di una tenace volontà, a poco a poco aveva modificato gl'impeti feroci, contratti in quelle aspre e sanguinose battaglie, e quella ruvidità contratta nel continuo contatto colla gente di mare. Era così diventata una appassionata cultrice della musica, dei fiori, delle arti belle, mercé le istruzioni di un'antica confidente di sua madre, spenta più tardi dall'ardente clima tropicale. Col progredire dell'educazione, pur conservando in fondo all'anima qualche cosa dell'antica fierezza, era diventata buona, generosa, caritatevole.
      Non aveva abbandonata la passione per le armi e gli esercizi violenti, e ben spesso, indomita amazzone, percorreva i grandi boschi, inseguendo perfino le tigri, o pari ad una najade si tuffava intrepidamente nelle azzurre onde del mar Malese; ma più sovente si trovava là ove la miseria o la sventura infieriva, recando soccorsi a tutti gli indigeni dei dintorni, a quegli indigeni che lord James odiava a morte, come discendenti di antichi pirati.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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