| 
         
     
— Vi risparmio, ma bisogna che vi renda impotente.
Ciò dicendo, con una destrezza straordinaria, lo rivoltò e gli legò solidamente le braccia e le gambe colla propria fascia.
 Gli prese poscia la sciabola, e si slanciò nel corridoio, gridando:
 — Marianna, eccomi!...
 La giovane lady si precipitò fra le sue braccia, poi, traendolo nella propria stanza, gli disse piangendo:
 — Sandokan, ho veduto i soldati. Ah! mio Dio, tu sei perduto.
 — Non ancora — rispose il pirata. — Io sfuggirò ai soldati, lo vedrai.
 La prese per un braccio e condottala dinanzi alla finestra la contemplò per alcuni istanti ai raggi della luna, fuori di sé.
 — Marianna, — disse, — giurami che sarai mia sposa.
 — Te lo giuro sulla memoria di mia madre — rispose la giovanetta.
 — E mi aspetterai?
 — Sì, te lo prometto.
 — Sta bene; io fuggo, ma fra una settimana o due al più, io tornerò qui a prenderti, alla testa dei miei valorosi tigrotti. Ora a voi, cani d'inglesi! — esclamò, rizzando fieramente l'alta statura. — Io mi batto per la «Perla di Labuan».
 Scavalcò rapidamente il davanzale e balzò in mezzo ad una fitta aiuola, che lo celava completamente.
 I soldati, che erano sessanta o settanta, avevano allora circondato completamente il parco e s'avanzavano lentamente verso la palazzina, coi fucili in mano, pronti a far fuoco.
 Sandokan, che si teneva imboscato come una tigre, colla sciabola nella destra e il kriss nella sinistra, non fiatava, né si muoveva, ma si era raccolto su se stesso, pronto a precipitarsi sul cerchio ed a romperlo con impeto irresistibile.
 
        
 |  | 
   
 
 
 
 Dio Labuan
 |