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      I soldati, sorpresi da tanta audacia, atterriti per la morte del loro caporale, non pensarono subito a far fuoco. Quella breve esitazione bastò a Sandokan per raggiungere la cinta, varcarla con un solo salto e scomparire dall'altro lato.
      Urla di furore scoppiarono tosto, accompagnate da parecchie scariche di fucili. Tutti, ufficiali e soldati, si slanciarono come un solo uomo fuori del parco, disperdendosi in tutte le direzioni e tirando ovunque fucilate, colla speranza di cogliere il fuggiasco, ma ormai era troppo tardi. Sandokan, miracolosamente sfuggito a quel cerchio di armi, galoppava come un cavallo, inoltrandosi nelle foreste che circondavano la tenuta di lord James.
      Libero nella fitta boscaglia, dove aveva campo di spiegare mille astuzie, di nascondersi dovunque, di opporre qualunque resistenza, non temeva più gli inglesi. Che importava a lui che lo inseguissero, che lo cercassero dovunque, quando ormai aveva lo spazio dinanzi e quando, all'orecchio, una voce gli sussurrava senza tregua «fuggi che io t'amo»?
      — Mi si venga a cercare qui, in mezzo alla natura selvaggia — diceva egli, correndo sempre. — Incontreranno la Tigre libera, pronta a tutto, risoluta a tutto.
      «Solchino pure, i loro furfanti incrociatori, le acque dell'isola; lancino pure i loro soldati attraverso le boscaglie; chiamino pure in loro aiuto tutti gli abitanti di Vittoria, io passerò egualmente fra le loro baionette ed i loro cannoni. Ma ritornerò in breve, o fanciulla celeste, te lo giuro, ritornerò qui, alla testa dei miei valorosi, non da vinto, ma come vincitore e ti strapperò per sempre da questi luoghi esecrati!


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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