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      Di passo in passo che si allontanava, le grida degli inseguitori ed i colpi di fucile diventavano sempre più fiochi, finché si spensero completamente. Si fermò un momento ai piedi di un gigantesco albero, per riprendere lena e per scegliere la via da percorrere attraverso quelle migliaia di piante, le une più grandi e più intricate delle altre.
      La notte era chiara, mercé la luna che brillava in un cielo senza nubi, spandendo sotto le fronde della foresta i suoi raggi azzurrini, d'una infinita dolcezza, e d'una trasparenza vaporosa.
      — Vediamo — disse il pirata, orizzontandosi colle stelle. — Alle spalle ho gli inglesi; dinanzi verso l'ovest sta il mare. Se io prendo subito questa direzione posso imbattermi in qualche drappello, poiché essi supporranno che io cerchi di raggiungere la costa più vicina. È meglio deviare dalla linea retta, che piegare verso il sud e raggiungere il mare a una notevole distanza da qui. Orsù, in cammino, e occhi e orecchie attenti.
      Raccolse tutta la sua energia e tutte le sue forze, volse le spalle alla costa, che non doveva essere molto lontana e s'internò di nuovo nella foresta, aprendosi il passo fra i cespugli con mille precauzioni, scalando tronchi d'alberi caduti per decrepitezza o abbattuti dal fulmine, e arrampicandosi sulle piante, quando si trovava dinanzi ad una barriera vegetale così fitta da impedire il passaggio anche ad una scimmia.
      Continuò così a camminare per tre ore, fermandosi quando un uccello spaventato dalla sua presenza si levava, mandando uno strido, o quando un animale selvaggio fuggiva urlando, e si arrestò dinanzi ad un torrente dalle acque nere.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343