Pagina (99/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      — Cerchiamo anzi di salvarlo — mormorò. — Può essere uno dei miei uomini o qualche esploratore mandato qui da Yanez. Bisogna mandare altrove quel cavalleggero o finirà col trovarlo.
      Stava per inoltrarsi, quando a pochi passi vide agitarsi un festone di liane. Volse rapidamente la testa da quella parte e vide apparire il malese. Il povero uomo, temendo di venire sorpreso, stava arrampicandosi su quelle corde vegetali per guadagnare la cima di un mango, fra le cui foglie fittissime poteva trovare un ottimo nascondiglio.
      — Il furbo! — mormorò.
      Attese che giungesse fra i rami e che si voltasse. Appena potè scorgere la sua faccia, a malapena trattenne un grido di gioia, e di stupore.
      — Giro-Batol! — esclamò. — Ah! il mio bravo malese!... Come si trova ancora qui e vivo?... Eppure mi rammento di averlo abbandonato sul praho affondante, morto o moribondo.
      «Quale fortuna!... Costui deve avere l'anima ben inchiodata al suo corpo. Orsù, salviamolo!...»
      Armò la carabina, fece il giro della macchia e apparve bruscamente sul margine del bosco, gridando:
      — Ehi, amico!... Cosa cercate con tanto accanimento? Avete ferito qualche babirussa?...
      Il cavalleggero udendo quella voce balzò agilmente fuori dal cespuglio, tenendo il moschetto puntato dinanzi a sé e mandò un grido di stupore:
      — Toh! Un sergente! — esclamò.
      — Vi sorprende, amico?
      — Da dove siete sbucato voi?
      — Dalla foresta. Ho udito un colpo di fucile e mi sono affrettato a venire qui per vedere che cosa era accaduto. Avete sparato contro un babirussa?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





Yanez