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— Eh sì, contro un babirussa più pericoloso di una tigre — disse il cavalleggero, con una collera mal celata.
 — Che bestia era dunque?
 — Non cercavate qualcuno anche voi? — chiese il soldato.
 — Sì.
 — La Tigre della Malesia, è vero, sergente?
 — Precisamente.
 — L'avete veduto il terribile pirata?
 — No, ma ho scoperto le sue tracce.
 — Ed io, sergente, ho trovato invece il pirata in persona.
 — È impossibile!...
 — Ho fatto fuoco contro di lui.
 — E... l'avete mancato?
 — Come un cacciatore novellino.
 — E dove s'è nascosto?
 — Temo che ormai sia lontano. L'ho veduto attraversare la prateria e nascondersi per questi macchioni.
 — Allora non lo troverete più.
 — Lo temo anch'io. Quell'uomo è più agile d'una scimmia e più tremendo d'una tigre.
 — Capace di mandarci tutti e due all'altro mondo.
 — Lo so, sergente. Se non vi fossero quelle cento sterline promesse dal lord Guillonk e sulle quali conto per fondare una fattoria il giorno che getterò la sciabola, non avrei osato inseguirlo.
 — Ed ora che cosa contate di fare?
 — Non lo so. Credo che frugando fra queste macchie perderò inutilmente il mio tempo.
 — Volete un consiglio?
 — Dite, sergente.
 — Rimontate a cavallo e fate il giro del bosco.
 — Volete venire con me? In due avremo maggior coraggio,
 — No, camerata.
 — E perché, sergente?
 — Volete far fuggire il pirata?
 — Spiegatevi.
 — Se noi lo inseguiamo tutti e due da una parte, la Tigre fuggirà dall'altra. Voi fate il giro del bosco e lasciate a me la cura di frugare le macchie.
 — Accettato, ma a una condizione.
 — Quale?
 — Che dividiamo il premio se avete la fortuna di abbattere la Tigre.
 
        
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