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      Stavano per internarsi fra i grandi vegetali, quando Sandokan udì un galoppo furioso.
      — Ancora quel seccatore — esclamò. — Presto, Giro-Batol, cacciati in mezzo a quei cespugli!...
      — Ohe!... Sergente!... — urlò il cavalleggero, il quale pareva furibondo. — È così che mi aiutate a prender quel furfante di pirata?... Mentre io facevo quasi scoppiare il mio cavallo, voi non vi siete mosso.
      Il soldato, così dicendo, spronava il suo destriero, facendolo impennare e nitrire di dolore.
      Aveva già attraversato la prateria e si era arrestato presso un gruppo d'alberi che sorgeva isolato.
      Sandokan si volse verso di lui e gli rispose pacatamente:
      — Avendo ritrovato le tracce del pirata, ho creduto inutile inseguirlo attraverso la foresta. D'altronde vi aspettavo.
      — Avete scoperto le sue tracce?... Per mille demoni!... Ma quante orme ha lasciato quel briccone?... Io credo che si sia divertito ad ingannarci.
      — Lo suppongo anch'io.
      — Chi ve le ha mostrate?
      — Le ho trovate io.
      — Là là, sergente!... — esclamò il cavalleggero con tono ironico.
      — Che cosa volete dire?... — chiese Sandokan aggrottando la fronte.
      — Che qualcuno ve le ha indicate.
      — E chi?...
      — Ho veduto presso di voi un negro.
      — L'ho incontrato per caso e mi ha tenuto compagnia.
      — Eravate ben certo che fosse un isolano?
      — Non sono cieco.
      — E dov'è andato quel negro?
      — Si è internato nel bosco. Seguiva la pista d'un babirussa.
      — Avete fatto male a lasciarlo andare. Poteva fornire delle preziose indicazioni e farci guadagnare ancora le cento sterline.
      — Hum!


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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