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      Il blaciang non è fatto per me. Grazie egualmente della tua buona intenzione.
      — L'avevo serbato per le straordinarie occasioni, mio capitano — disse il malese mortificato.
      — Sai bene che io non sono un malese. Finché io saccheggio le tue frutta, manda giù il tuo famoso piatto. In mare si guasterebbe.
      Il malese non se lo fece dire due volte e assalì ingordamente la pentola manifestando un grande piacere.
      Il blaciang è avidamente ricercato dai malesi i quali, in fatto di alimenti, possono dare dei punti ai cinesi, i meno schizzinosi di tutti i popoli. Non sdegnano i serpenti, non le bestie già in putrefazione, i vermi in salsa e nemmeno le larve delle termiti, per le quali anzi fanno delle vere pazzie.
      Il blaciang passa però ogni immaginazione. È un miscuglio di gamberetti e di piccoli pesci tritati insieme, lasciati marcire al sole e poi salati. L'odore che esala da quell'impasto è tale da non poter reggere, anzi fa venir male. I malesi ed anche i giavanesi sono tuttavia ghiottissimi per quel piatto immondo e lo preferiscono ai polli e alle costolette succolenti dei babirussa. Mentre attendevano l'arrosto avevano ripresa la conversazione.
      — Partiremo questa notte, è vero mio capitano? — chiese Giro-Batol.
      — Sì, appena la luna sarà tramontata — rispose Sandokan.
      — Sarà libera la via?
      — Lo spero.
      — Temo sempre un altro cattivo incontro, mio capitano.
      — Non preoccuparti, Giro-Batol. Non si possono avere dei sospetti su di un sergente.
      — E se qualcuno vi riconoscesse anche sotto quelle vesti?


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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