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      Le murate non esistevano quasi pi๙ e anche i fianchi si vedevano gravemente danneggiati e irti di tappi di legno per chiudere i fori aperti dalle palle.
      — Quel legno deve essersi ben battuto — disse Sandokan.
      — Pisangu ่ un valoroso che non teme di assalire anche le grosse navi — rispose Yanez.
      — Toh!... Mi pare che conduca qualche prigioniero. Non scorgi una giacca rossa fra i nostri bravi tigrotti?
      — S์, mi pare di vedere un soldato inglese legato all'albero maestro — disse Yanez.
      — Che l'abbia preso a Labuan?
      — Non l'avrเ certamente pescato in mare.
      — Ah!... Se potesse darmi notizie di...
      — Marianna, ่ vero, fratellino mio?
      — S์ — rispose Sandokan, con voce sorda.
      — Lo interrogheremo.
      Il praho aiutato dai remi, essendo il vento piuttosto debole, s'avanza rapidamente. Il suo capitano, un bornese di alta statura, di forme splendide, che lo faceva rassomigliare ad una superba statua di bronzo antico anche in causa della tinta olivastra, scorgendo Yanez e Sandokan mand๒ un grido di gioia, poi alzando le mani url๒:
      — Buona preda!
      Cinque minuti dopo il veliero entrava nella piccola baia gettando l'ancora a venti passi dalla sponda. Una scialuppa fu subito messa in mare e Pisangu vi prese posto assieme al soldato ed a quattro rematori.
      — Da dove vieni? — gli chiese Sandokan appena sbarcato.
      — Dalle coste orientali di Labuan, mio capitano — disse il bornese. — Mi ero spinto colเ colla speranza di avere notizie e son ben felice di ritrovarvi qui e sano ancora.
      — Chi ่ quell'inglese?
      — Un caporale, capitano.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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