Pagina (155/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Già anche pensando e ripensando non fai venire a galla né gli uni né gli altri.
      — È vero, Yanez — rispose Sandokan sospirando. — Quei prodi non ritorneranno in vita più mai.
      La colazione fu squisita. Quell'ostrica gigantesca conteneva una polpa così delicata da fare andare in sollucchero quell'ottimo portoghese, a cui l'aria marina unita ai profumi della foresta avevano aguzzato straordinariamente l'appetito. Terminato quel pasto abbondantissimo, Yanez si preparava a sdraiarsi sotto un superbo durion che torreggiava sulla riva del fiume per fumarsi beatamente un paio di sigarette, ma Sandokan con un gesto gli indicò la foresta.
      — La villa è forse lontana — gli disse.
      — Non sai precisamente dove si trova?
      — Vagamente, avendo percorso questi luoghi in preda al delirio.
      — Diavolo!
      — Oh! Non temere Yanez. Io saprò trovare il sentiero che conduce al parco.
      — Andiamo, giacché lo vuoi; basta però di non commettere imprudenze.
      — Sarò calmo, Yanez.
      — Una parola ancora, fratellino.
      — Cosa vuoi?
      — Spero che attenderai la notte per entrare nel parco.
      — Sì Yanez.
      — Me lo prometti?
      — Hai la mia parola.
      — Allora in marcia.
      Seguirono per qualche tratto la riva destra del fiumicello, poi si gettarono risolutamente nella grande foresta.
      Pareva che l'uragano avesse infuriato tremendamente in quella parte dell'isola. Numerosi alberi, abbattuti o dal vento o dalle folgori, giacevano al suolo; alcuni si trovavano ancora semisospesi, essendo stati trattenuti dalle liane ed altri interamente coricati. Dappertutto, poi, cespugli lacerati e contorti, ammassi di fogliami e di frutta, rami spezzati, in mezzo ai quali urlavano parecchie scimmie rimaste ferite.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





Yanez Sandokan Yanez Sandokan Yanez Yanez Yanez