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      Hai dato l'appuntamento in questa piccola baia, è vero?
      — Sì, Yanez.
      — Verranno. Cerchiamo un ricovero, Sandokan. Piove a dirotto e quest'uragano non si calmerà tanto presto.
      — Dove andare? Vi sarebbe la capanna costruita da Giro-Batol durante il suo soggiorno in quest'isola, ma dubito di poterla trovare.
      — Gettiamoci in mezzo a quel macchione di banani. Le gigantesche foglie di quelle piante ci ripareranno alla meglio.
      — Meglio costruire un attap, Yanez.
      — Non ci avevo pensato. Fra pochi minuti possiamo averlo.
      Servendosi dei kriss tagliarono alcuni bambù che crescevano sulle rive del fiumicello e li piantarono sotto un superbo pombo, le cui fronde assai fitte erano quasi bastanti per ripararli dalla pioggia. Incrociatili come lo scheletro di una tenda a due tetti pioventi, li coprirono colle gigantesche foglie dei banani, sovrapponendole in modo da formare due tetti pioventi.
      Come Yanez aveva detto, pochi minuti furono sufficienti per costruire quel riparo.
      I due pirati vi si cacciarono sotto, portando con loro un grappolo di banani, poi dopo una parca cena composta unicamente di quelle frutta, cercarono di addormentarsi mentre l'uragano si scatenava con maggior violenza, con accompagnamento di lampi e di tuoni assordanti.
      La notte fu pessima. Parecchie volte Yanez e Sandokan furono costretti a rafforzare la capannuccia ed a ricoprirla di frasche e di foglie di banani per ripararsi dalla pioggia diluviale ed incessante.
      Verso l'alba però il tempo si rimise un po' in calma, permettendo ai due pirati di dormire tranquillamente fino alle dieci del mattino.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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