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— Cerchiamo di non farci sorprendere.
 — Agirò con calma.
 — Me lo prometti?
 — Sì.
 — Allora andiamo.
 Procedendo adagio, cogli occhi in guardia, gli orecchi tesi, spiando prudentemente i fitti cespugli ed i macchioni, onde non cadere in qualche imboscata, verso le sette della sera giungevano nelle vicinanze del parco. Rimanevano ancora pochi minuti di crepuscolo, e potevano bastare per esaminare la villa.
 Dopo essersi accertati che nessuna sentinella si trovava nascosta in quei macchioni, s'avvicinarono alla palizzata e aiutandosi l'un l'altro la scalarono. Lasciatisi cadere dall'altra parte, si cacciarono in mezzo alle aiuole devastate in gran parte dall'uragano e si nascosero fra un gruppo di peonie di Cina.
 Da quel luogo potevano osservare comodamente ciò che succedeva nel parco e anche nel villino, non avendo dinanzi che dei radi alberi.
 — Vedo un ufficiale ad una finestra del villino — disse Sandokan.
 — Ed io una sentinella che veglia presso l'angolo del padiglione — disse Yanez.
 — Se quell'uomo rimane colà anche dopo calate le tenebre, ci darà non poco fastidio.
 — Lo spacceremo — rispose Sandokan risolutamente.
 — Sarebbe meglio sorprenderlo ed imbavagliarlo. Hai qualche corda tu?
 — Ho la mia fascia.
 — Benissimo e... là!... Bricconi!...
 — Cos'hai Yanez?
 — Non hai osservato che hanno messo le inferriate a tutte le finestre?...
 — Maledizione di Allah!... — esclamò Sandokan coi denti stretti.
 — Fratellino mio, lord James deve conoscere molto l'audacia della Tigre della Malesia. Per Bacco!... Quante precauzioni!
 
        
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