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      — Temo di aver rovinato tutto, Yanez — disse il pirata con voce triste.
      — Perché amico mio?
      — Ora che sanno che io sono qui non si lasceranno più sorprendere.
      — Non dico di no, ma se i prahos sono giunti avremo cento tigri da lanciare all'assalto. Chi resisterà a simile carica?
      — Ho paura del lord.
      — Cosa vuoi che faccia?
      — È un uomo capace di ammazzare sua nipote, piuttosto di lasciarla cadere nelle mie mani.
      — Diavolo! — esclamò Yanez grattandosi furiosamente la fronte. — Non avevo pensato a questo.
      Stava per fermarsi onde riprendere lena e trovare una soluzione a quel problema, quando in mezzo alla profonda oscurità vide correre dei riflessi rossastri.
      — Gli inglesi! — esclamò. — Hanno trovate le nostre tracce e ci inseguono attraverso il parco. Via di trotto, Sandokan!
      Tutti e due partirono correndo, inoltrandosi sempre più nel parco, onde giungere alla cinta.
      Di passo in passo però che si allontanavano, la marcia diventava sempre più difficile. Dappertutto alberi grandissimi, lisci gli uni e dritti, nodosi e contorti gli altri, s'ergevano senza lasciare quasi passaggi.
      Essendo però uomini che sapevano orizzontarsi anche per istinto, erano certi di giungere in breve alla cinta.
      Infatti, attraversata la parte boscosa del parco, si ritrovarono sui terreni coltivati.
      Passarono senza arrestarsi dinanzi al chiosco cinese; essendo tornati indietro per non smarrirsi fra quelle gigantesche piante, si cacciarono nuovamente in mezzo alle aiuole e correndo attraverso i fiori giunsero finalmente presso la cinta senza esser stati scoperti dai soldati che perlustravano già tutto il parco.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





Yanez Yanez Sandokan