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      Si trovavano colà da parecchie ore quando a Yanez parve udire al di fuori dei passi. Entrambi si alzarono tenendo in pugno i kriss.
      — Che ritornino? — si chiese il portoghese.
      — Che ti sia ingannato? — disse Sandokan.
      — No: qualcuno è passato pel viale.
      — Se fossi certo che si trattasse d'un solo uomo uscirei per farlo prigioniero.
      — Sei pazzo, Sandokan.
      — Da lui potremmo sapere dove si trovano i soldati e da quale parte potremmo passare.
      — Hum!... Sono certo che ci ingannerebbe.
      — Non l'oserebbe con noi, Yanez. Vuoi che andiamo a vedere?
      — Non fidarti, Sandokan.
      — Pure qualche cosa bisogna tentare, amico mio.
      — Lascia che esca io.
      — E dovrò io rimanermene qui inoperoso?
      — Se vi sarà bisogno di aiuto ti chiamerò.
      — Odi più nulla?
      — Va' pure, Yanez. Io mi terrò pronto a slanciarmi fuori.
      Yanez stette prima alcuni istanti in ascolto, poi attraversò la serra e uscì all'aperto guardando attentamente sotto i macchioni dei banani. Stando nascosto in mezzo ad un cespuglio vide ancora alcuni soldati che battevano, svogliatamente però, le aiuole del parco.
      Gli altri dovevano ormai essersi spinti fuori della cinta avendo perduta la speranza di ritrovare i due pirati nei pressi della villa.
      — Speriamo — disse Yanez. — Se entro quest'oggi non ci trovano, si persuaderanno forse che noi siamo riusciti a prendere il largo malgrado la loro sorveglianza.
      «Se tutto va bene questa sera potremo lasciare il nostro nascondiglio e gettarci nella foresta.»
      Stava per ritornare, quando girando gli sguardi verso la palazzina vide un soldato avanzarsi sul viale che conduceva alla serra.


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Le Tigri di Mompracem
di Emilio Salgari
pagine 343

   





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